Le aziende tech cercano donne? Non sono le uniche.
In questa direzione si stanno muovendo anche settori tradizionalmente maschili, come le costruzioni. E così capita che negli States questa sia la settimana delle donne che lavorano nelle costruzioni.
La National Women Build Week è parte dei programmi dell’Habitat for Humanity per una via più sostenibile nella costruzione delle case. Le donne del settore si ritrovano a Woodstock per costruire una casa in un cantiere completamente “sicuro” perché fatto appunto di sole donne. Per una settimana non devono subire intimidazioni e lavorano in serenità.
Può suonare stano di per sè, ma basta fare n po’ di ricerche sul settore e si scopre che è un problema comune a diverse geografie. Così in Gran Bretagna una ricerca del sindacato del comparto ha evidenziato come una donna su due afferma di essere trattata peggio dei propri colleghi uomini sul lavoro, quattro su dieci affermano di aver subito episodi di bullismo o di molestie da parte dei manager e tre su dieci sono spaventate nel denunciare i trattamenti.
Anche tralasciando questi aspetti il panorama non è roseo: mancanza di prospettive di carriera, isolamento e paga più bassa dei colleghi sono indicati come i tre problemi che limitano la presenza femminile all’11% in Uk nel settore. Percentuale che scende all’1% nei cantieri. In Uk, peraltro, c’è anche un problema di professioniste qualificate, dal momento che il Paese ha il livello più basso di laureate in ingegneria.
Percentuali simili anche negli Stati Uniti, dove le donne del settore sono 872,000 pari a una percentuale dell’8,9%, secondo i dati del Bureau of Labor Statistics. Anche Oltreoceano le donne guadagnano meno degli uomini nelle costruzioni ma il divario è inferiore alla media nazionale complessiva: il 93,4% contro l’82,1%.
Quante sono le donne che lavorano nell’edilizia in Italia?
Secondo i dati Istat si tratta di 51.674 donne, pari al 6% della forza lavoro del settore. Il dato a livello dirigenziale è però positivo, si avvicina al 18%. D’altra parte in Italia se si contano le laureate in architettura e in ingegneria edile si arriva al 56,2%, in base alle rilevazioni di Alma Laurea. Nel 2016 ha festeggiato il decimo compleanno l’Associazione Real Estate Ladies (Arel), che riunisce la componente femminile del settore in eventi, iniziative e approfondimenti.
Qualcosa si muove anche sul fronte del mattone.
Il settore dell’edilizia è contraddistinto da una forte presenza maschile e, per quanto concerne le donne che vi operano, in genere si pensa alla segretaria, all’impiegata, all’architetto, alla coordinatrice etc.
Oltre a queste però vi sono donne che svolgono mansioni che espongono a rischi e problematiche rilevanti e che richiedono le stesse tutele ed attenzioni che si hanno per gli uomini.
Le decoratrici e le restauratrici, ad esempio, oltre alla difficoltà di ottenere un contratto come dipendenti, poiché la maggior parte per lavorare sono costrette ad aprirsi la partita iva, svolgono attività che comportano rischi importanti:
- il sollevamento manuale dei carichi (latte di stucco e di pittura da 25 Kg, sacchi di rasante da 25 Kg, cuffe di detriti etc.),
- l’esposizione alle polveri che inalano durante la carteggiatura di un muro od eventuali demolizioni,
- l’utilizzo di sostanze chimiche che impiegano per ripulire gli affreschi o per dipingere una parete,
- la caduta dall’alto quando lavorano su ponteggi o trabattelli,
- l’esposizione al caldo ed al freddo,
- lunghi orari di lavoro etc.
La presenza di tutti questi rischi e la diversa natura delle donne devono spingerci a tutelarle meglio ed a tenerle maggiormente in considerazione poiché, seppure in minoranza, queste fanno parte del nostro settore.
Anche a questo scopo è importante fornire ai propri dipendenti una formazione continua, con docenti aggiornati e attenti alle esigenze di ogni tipo di dipendente.
Come conciliare, inoltre, il lavoro e la famiglia?
Occorre avere un’attenzione particolare nei loro confronti non solo per quel che riguarda la vita lavorativa ma anche per quanto concerne l’influenza che il lavoro ha nella vita privata e familiare.
La diversa natura della donna, la sua particolare sensibilità, il suo desiderio e la sua realizzazione anche nell’essere moglie e madre dei nostri figli, la sua maggiore attenzione per la cura della famiglia e della casa sono cose da prendere in considerazione.
La donna svolge anche questo importante e unico ruolo nella nostra società.
Quanto una lavoratrice edile come tante altre di settori diversi potranno dedicarsi a tutto ciò dopo un’intera giornata di lavoro?
Quanto lo stress dovuto al lavoro può influire negativamente sul tentativo di concepimento o sulla possibilità di portare a termine una gravidanza?
La società si fonda sulla famiglia
Se il lavoro, che pur “nobilita” l’uomo e la donna, non permette o in un certo senso ostacola la realizzazione di questo fondamentale principio, probabilmente occorre interpellarsi se ciò che si è fatto sino ad ora sia sufficiente o meno.
Noi non possiamo che augurarci che la presenza delle donne sia sempre più massiccia in tutti gli ambiti lavorativi e che, oltre alla loro presenza, aumenti la tutela.
Nel frattempo auguriamo:
Buon 8 Marzo a tutte!
Cristina dice
Io sto cercando da tanto tempo oramai di scoprire se ci sono altre donne che montano ponteggi di lavoro…io lo faccio da 5 anni come lavoro fisso e mi sono sempre chiesta se esistono altre donne che fanno questo lavoro. Cristina Amalia
Oriana Zuccarini dice
Buongiorno. Personalmente non ci è ancora mai capitato. Ci faccia sapere se è comunque interessata a prendere parte ai ns. Corsi di formazione. Grazie
Doriana dice
Buongiorno, anche noi stiamo cercando donne che guidino imprese edili.!! Se ne avessi trovata una, potresti inviarmi il recapito? Io sono a Roma.